Credere che oggi si giochi una guerra tra fondamenti e dunque tra forze, per dir così, allo stato puro, blocca con tutta evidenza la possibilità di comprendere le cose. Le battaglie per il realismo o per le ontologie oggettive sono chiaramente indizi di un grande disagio e anche di un certo smarrimento. Basta un minimo di criticità debole per rendersi conto che sono battaglie reattive, quando non vere e proprie difese di posizioni acquisite e ora minacciate da una società caratterizzata dall’incertezza (come direbbe Robert Castel).
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Riusciamo a far fronte a questo altro, a «ospitarlo» nel nostro modo di pensare? E a che prezzo? Ecco delle domande di ordine generale che ricaviamo dall’analisi dei fatti, e che mettono sotto scacco sia ogni logica oppositiva del genere amico vs nemico, sia anche ogni logica inclusiva del tipo «siamo tutti dentro».
da:Il bello del relativismo. Quel che resta della filosofia nel XXI secolo, di Pier Aldo Rovatti