(Vuoto e materia sono uniti come… yin e yang)
Lucrezio: citazioni da De rerum Natura.
LIBRO I
“Dunque la natura agisce per mezzo di corpi invisibili.
Ma tutte le cose non sono serrate e compatte di materia corporea; difatti c’è in esse anche il vuoto” (lib I v 328/30)
Esiste dunque, senza dubbio, mescolato nelle cose quel che noi cerchiamo con ragionare sagace, quel che chiamiamo vuoto. (quod inane vocamus) (v. 368)
E poi, se non esistesse l’estensione e lo spazio, che chiamiamo vuoto, i corpi non potrebbero esser posti in alcun luogo, né assolutamente muoversi verso alcun punto per diverse vie.
oltre il vuoto e i corpi, non si può lasciare nel novero delle cose nessuna terza natura esistente per sé stessa, né tale che cada in alcun tempo sotto i nostri sensi, né tale che qualcuno possa giungervi col ragionare della mente. Infatti tutte le cose che hanno un nome, o le troverai proprietà di queste due cose o vedrai che sono loro accidenti. Proprietà è ciò che in nessun caso si può disgiungere e separare senza un distacco distruttore: tale è la pesantezza per i sassi, il calore per il fuoco, la liquidità per l’acqua, la tangibilità per tutti i corpi, l’intangibilità per il vuoto.
Anche il tempo non esiste per sé, ma dalle cose stesse deriva il senso di ciò che si è svolto nel tempo, poi di ciò che è presente, infine di ciò che segue più tardi. E bisogna riconoscere che nessuno avverte il tempo per sé, separato dal movimento e dalla placida quiete delle cose.
Che poi tutto l’insieme delle cose possa porsi da sé stesso un limite, lo vieta la natura; la quale costringe la materia a essere limitata dal vuoto, e quanto è vuoto a essere limitato dalla materia, sì che con la loro alternanza rende infinito il tutto…
LIBRO II
– Non vedi dunque ora che, sebbene spesso una forza esterna molti spinga e costringa a procedere senza che lo vogliano, e a lasciarsi trascinare a precipizio, tuttavia c’è nel nostro petto qualcosa che può lottar contro ed opporsi?
È pure a suo arbitrio che la massa della materia è costretta talora a piegarsi per le membra, per gli arti, e nel suo slancio è raffrenata, e torna indietro a star ferma.
Perciò anche negli atomi occorre che tu ammetta la stessa cosa, cioè che, oltre agli urti e ai pesi, c’è un’altra causa dei movimenti, donde proviene a noi questo innato potere, giacché vediamo che nulla può nascere dal nulla.
Il peso infatti impedisce che tutte le cose avvengano per gli urti, quasi per una forza esterna. Ma, che la mente stessa non abbia una necessità interiore nel fare ogni cosa, né, come debellata, sia costretta a sopportare e a patire,
ciò lo consegue un’esigua declinazione dei primi principi, in un punto non determinato dello spazio e in un tempo non determinato.
– sed ne res ipsa necessum
intestinum habeat cunctis in rebus agendis
et devicta quasi cogatur ferre patique,
id facit exiguum clinamen principiorum
nec regione loci certa nec tempore certo.
Per contrario, da nessuna parte e in nessun tempo
lo spazio vuoto può sussistere quale base sotto alcuna cosa,
senza continuare a cedere, come esige la sua natura:
perciò attraverso l’inerte vuoto tutte le cose devono muoversi
con eguale velocità, quantunque siano di pesi non eguali.
at contra nulli de nulla parte neque ullo
tempore inane potest vacuum subsistere rei,
quin, sua quod natura petit, concedere pergat;
omnia qua propter debent per inane quietum
aeque ponderibus non aequis concita ferri.