Caro Giuliano.
Ma che bisogno c’è di nascondere dietro la complessità del linguaggio il vuoto dell’esistenza, se non per sostenere che l’inconscio è l’Altro o meglio la verità dell’altro in rapporto all’io. Tutte balle. E il naso parlante di Cleopatra ne è la dimostrazione: chi può credere che il naso di Cleopatra abbia cambiato il mondo? È una semplificazione che entra nel discorso solo dopo che il cambiamento è stato riconosciuto e approvato. Il naso che Cleopatra vede riflesso nello specchio non è lo stesso che l’Altro vede, se non ché l’io/me che interpreta lo specchio come elemento costitutivo del proprio sé di fronte ad ogni altro. È allora che posso dire: Cleopatra, c’est moi? Ma non è vero. Lo specchio non illude chi ha avuto una esperienza dello specchio/verità; chi riconosce l’opacità, il vapore e la condensa sullo specchio. Per gli altri non c’è Altro che tenga, per loro lo specchio è solo vetro trasparente, aria fresca, o al più nebbia, cataratta, o parete di marmo bianco levigato.
“Ma non siamo qui per sognare tra la nausea e la vertigine”. (Lacan)