“Il sogno di esaurimento della realtà, la raccolta ossessiva e documentabile di tutti gli attimi, è pura follia, ma è questa follia del soggetto, suggerisce Calvino, che la fotografia conduce, con la sua pretesa di restituirci il reale in modo differito.”
“La fotografia vorrebbe approfondire la conoscenza degli uomini, della vita, del mondo, e finisce col fermarsi alla superficie.
Ma quello che resta un limite all’approfondimento, diventa territorio infinito, estendibile a tutto.”
(L’occhio di Calvino, di Marco Belpoliti)