Julia Kent, Tell me Mother, alla cineteca di Milano, 2024.
Usa violoncello, elettronica e registrazioni, sovrapponendo suoni lunghi e malinconici che sottolineano pensieri personali ma anche relazioni con persone e cose che lasciano tracce sonore e svaniscono tra sensazioni e ricordi di sensazioni percepite in altri luoghi o in altre vite vissute. L’abbinamento con i brevi documentari non funziona perché la “sintonia” è solo casuale. Ma: molto emozionante il documentario della campagna, credo degli anni cinquanta. Il ghiaccio sul lago, la raccolta del grano, i covoni… purtroppo non ho informazioni precise.
Finale del concerto in coppia con Cesare Picco al piano. Molto coinvolgente.