Ever is Over All

Pipilotti Rist, “Ever is Over All”, 1997.

Una donna cammina sul marciapiede, nelle mani tiene un tulipano con un lungo gambo. Sorride mentre colpisce con il tulipano i finestrini delle auto parcheggiate e manda in frantumi i vetri.

 

“Non ho mai pensato a me stessa come a una persona particolarmente violenta. Sono cresciuta in una casa in cui il monopolio della rabbia apparteneva a mia madre: a noi restavano la frustrazione, il senso d’impotenza, un’aggressività che si poteva esprimere al massimo tramite frecciatine e lacrime furiose agli occhi. Non sono mai stata in una rissa. Al massimo, quando qualcuno mi molesta per strada, lo mando affanculo. So però che c’è una parte di me, nemmeno troppo nascosta, che vuole spaccare tutto. È la a parte di me che ha lanciato quei sacchi e spaccato quel bicchiere; quella che una volta ha distrutto il libro peggiore che aveva in casa strappandolo pagina dopo pagina come una margherita; quella che per mesi ha sognato tutte le notti di regolare conti con una persona che aveva tradito la mia fiducia in modo ripugnante a pugni, calci, capelli strappati.”

La rabbia femminile è ancora un tabù, di Viola Stefaniello