«L’universo è una banana», ha gridato di fronte ad un pubblico di studenti, giornalisti e curiosi. Stupore sul viso di molti, ma qualcuno ha lo sguardo illuminato. E’ stato accusato di falso, di follia, di avidità, di protagonismo e persino di maschilismo. Lo scienziato di origine bulgara Joseph Jacobi, che attualmente vive a San Diego, ha fatto incazzare tutti con le sue affermazioni sull’origine dell’universo.
Nessuno si aspettava un’uscita del genere da parte di un esimio cattedratico, due volte candidato premio nobel. Jayjay, così lo chiamano i suoi studenti, sostiene che l’universo ha la forma di una banana, più o meno, e che la sua origine non è dovuta ad un solo, bensì a due big-bang avvenuti contemporaneamente nei due punti che corrisponderebbero alle estremita della banana. Gli studi sui campi di energia stellare sono alla base della sua teoria sul movimento e sulla materia dell’universo. La disposizione delle galassie nell’universo formerebbe una banana, sebbene con densità diverse di stelle e sistemi solari. La nostra galassia si trova nella parte sinistra, quella più luminosa e trasparente. Mentre all’altra estremità, guardando verso est a mezzanotte del solstizio di primavera, è più densa e opaca perché probabilmente l’energia è concentrata. Il matematico e astrofisico dell’Università di San Diego, oltre che appassionato surfista, dichiara però di essere preoccupato dall’ombra scura che si addensa attorno a questa estremità: potrebbe non essere un’ombra, ma una trasformazione sconosciutà dell’energia, o persino trattarsi dell’anti-universo che si sta diffondendo nel nostro universo. Forse ne sapremo di più quando saremo stabili su Marte.