Filosofia della mente e neuroscienze: il caso dei neuroni specchio – intervista ad Alfonso Caramazza (2009).
– Perché la teoria della percezione motoria non è in grado di spiegare tutte le capacità mentali superiori?
– Nella nostra prospettiva, c’è un notevole gap tra la scoperta originaria dei neuroni specchio che manifestano una selettività rispetto agli atti motori e il loro coinvolgimento nelle funzioni cognitive superiori dell’uomo. Non tutte le funzioni cognitive superiori possono venire ridotte a semplici relazioni come sentire il suono della rottura di una noce e associarlo con il relativo atto motorio. Ci sono vari esempi nel mondo reale in cui lo stesso input visivo (ad esempio, uno sbadiglio) è in grado di assumere molti diversi significati (stanchezza, noia, provocazione, malessere) che possono venire colti solo grazie a ulteriori informazioni di background, informazioni che è assai improbabile siano selettivamente accessibili al sistema motorio.
-Con il vostro studio su Pnas è minata la teoria dei neuroni specchio nell’uomo?
– Il nostro studio non mina la scoperta dei neuroni specchio nella scimmia. Ciò che abbiamo fatto è testare una previsione derivata dall’ipotesi dell’accoppiamento diretto, secondo la quale dovrebbero esistere neuroni che si adattano selettivamente allo stesso atto motorio, indipendentemente dalla modalità. I nostri dati non sono compatibili con questa prospettiva e, quindi, gettano alcuni dubbi sull’affermazione per cui l’accoppiamento diretto fornisce la base della comprensione delle azioni nell’uomo.
neuropsicologia del linguaggio