Si stima che vi siano 40 trilioni, cioè 40 miliardi di miliardi di buchi neri nell’universo osservabile, ossia in una sfera del diametro di 90 miliardi di anni luce.
Questa è la conclusione di uno studio svolto dal Sissa di Trieste, dall’università di Padova, di Southampton e Durhan.
La prima fotografia di un buco nero è del 2019, a conferma della teoria di Einstein.
Kerl Schwarzschild è il matematico tedesco che nel 1916, un anno dopo la pubblicazione della relatività generale, risolve le equazioni einsteniane, e stabilisce il raggio al di là del quale la luce non può più sfuggire da una massa superconcentrata.
Le limitate possibilità di osservazione permettono di stabilire la presenza di piccoli buchi neri con masse fino a 150 volte quella del sole oppure con grandi masse tra un milione e un miliardo di Soli al centro delle galassie. Tra le due popolazioni estreme, ad oggi, ci sono solo indizi.