Competenza e complessità

Dorato difende due tesi. La prima e la necessità di una alfabetizzazione scientifica che per Dorato significa anche una cultura umanistica che includa storia della scienza e filosofia del metodo scientifico. La seconda è che una maggiore alfabetizzazione non porta a pensare di saper riconoscere da soli la soluzione giusta dei problemi. Porta a rendersi meglio conto della complessità, e sviluppare la capacità di saper distinguere la competenza e l’onestà intellettuale dalla semplicioneria o dalla malafede. Il cittadino colto che non si fa del male da solo non è quello che vuole controllare da sé i calcoli di un ponte: è quello che sa come distinguere un ingegnere affidabile e serio da uno millantatore o disonesto. La stessa qualità è essenziale per un politico efficace. 

Vale, io credo, anche per un direttore di giornaleo di televisione. E criminale il danno alla società causato dai media che per «presentare tutte le opposte opinioni» mettono una accanto all’altra competenza e cialtroneria, sapere affidabile e idee inaffidabili, dando loro eguale autorevolezza…. presentare competenza e incompetenza sullo stesso piano non è mettere i cittadini in grado di decidere: è rendersi complici della dilagante disinformazione.

Riconoscere la complessità, tuttavia, significa anche riconoscere i limiti della competenza. Più in generale, la competenza non è sufficiente per decidere, perché le società umane non sono blocchi omogenei con interessi solo comuni e valori sempre condivisi: al contrario, sono costituite da persone e gruppi che hanno interessi contrastanti, valori e ideologie diverse.

L’arte della politica quindi non è solo la capacità tecnica di trovare la migliore soluzione a problemi tecnici complessi…. Per risolvere conflitti morali e di valori, non c’è altra strada che ri spettarsi, parlarsi, imparare a conoscerci, ricercare i punti comuni, e insieme dibattere e promuovere le proprie idee. Per risolvere conflitti fra interessi contrastanti non bastano gli esperti. Serve l’arte antica del negoziare. … proprio perché le questioni sono collettive e complesse, l’unica strada possibile è la delega e la rappresentanza. 

La società ha bisogno di competenza, di esperti, e ha bisogno di una classe politica che si faccia portatrice degli interessi degli uni e degli altri, senza na scondere asservimenti a interessi di parte né dietro una inesistente oggettività degli esperti, né abdicando a una utopica demo crazia diretta che faccia finta di saltare l’ine vitabile mediazione.

La politica, credo, non è né fare quello che dicono gli esperti, né chiedere al «popolo» cosa vuole: è prendere in mano la storia e farla andare verso un mondo migliore, lavorando per un futuro possibile per un mondo equo…
Forse, chi lo sa, sto solo diventando vecchio. Sono cresciuto ribellandomi, cercando di pensare con la mia testa. A tutti gli studenti che ho avuto ho sempre insegnato a non fidarsi dei maestri, compreso me, non prendere i libri di testo per oro colato. Più sono cresciuto, più ho imparato che pensare con la propria testa è più difficile di quello che sembra, e troppo spesso pensiamo di pensare con la nostra testa solo perché diamo retta a un vicino invece che a un altro. Cosi più passa il tempo più ho voglia di dire ai miei studenti: pensate con la vostra testa, si, ma studiate, studiate, studiate… è solo questo che vi permetterà di capire a chi dare retta. Che in fondo poi sono le due tesi di Dorato: alfabetizzazione scientifica, per imparare l’arte di valutare utilità e limiti della competenza.

da articolo: Studiate per essere buoni cittadini, di Carlo Rovelli, (La Lettura del 3 novembre 2019)