Il buon divertimento

Sano intrattenimento: Una decostruzione della passione al cuore dell’Occidente, di Byung-chul Han, 2021, Nottetempo

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Prefazione alla nuova edizione

La storia dell’Occidente è una storia di passione, e la nuova formula della passione si chiama prestazione. La passione torna in gioco come guastafeste. In realtà lavoro e gioco si escludono a vicenda, ma oggi persino il gioco è subordinato alla produzione. Essa viene “gamizzata”.

La società della prestazione resta una società della passione. Persino i giocatori si dopano per aumentare le proprie prestazioni. All’intrattenimento derivato, che a latere esiste ancora, resta impresso un che di grottesco, e si riduce a un disinnesco spirituale. Se il tempo della passione sarà davvero superato, allora non ci sarà solo intrattenimento sano, ma anche intrattenimento bello, anzi l’intrattenimento mediante il bello. Ebbene sì, tornerà in campo il gioco.

Prefazione
“Il suo carattere è la passione. La musica non soffre nell’essere umano, non prende parte al suo agire e all’emozione in sé: soffre sopra di lui […]. La musica gli mette […] fisicamente sulla spalla la sofferenza che le stelle evocano sopra di lui.”

Theodor W. Adorno

“Scrivere come forma di preghiera.” Franz Kafka
Attraverso l’ubiquità dell’intrattenimento si sta annunciando qualcosa di profondamente nuovo. Si fa largo un cambiamento fondamentale nella comprensione del mondo e della realtà. Oggi l’intrattenimento si eleva a nuovo paradigma, a nuova, autentica forma dell’essere che decide cosa è adatto al mondo (weltfähig) e cosa no – anzi, cosa è e basta. La realtà stessa si presenta come un effetto particolare dell’intrattenimento.

L’assolutizzazione dell’intrattenimento ha come conseguenza un mondo edonistico che viene interpretato e degradato dallo spirito della passione in termini di decadenza, nullità, autentico non essere. Ma a ben vedere, passione e intrattenimento non sono del tutto avulsi. La mera assurdità dell’intrattenimento confina invece con l’autentico senso della passione. Il volto contratto dalla sofferenza dell’homo doloris assomiglia in maniera spettrale al sorriso del pagliaccio. L’homo doloris baratta la felicità con la beatitudine, e su questo paradosso bisogna indagare.

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“Nel bisogno, nel turbine dei bisogni, l’anima umana non fiorisce, giacché il suo elemento, il suo spazio, è il ricco splendore. Il lusso è uno splendore che irradia luce senza tuttavia illuminare nulla né indicare qualcosa di preciso: è uno splendore libero, privo di intenzioni, che risplende per risplendere”.

“Per essere, per appartenere al mondo”, nota Byung-Chul Han, “è necessario intrattenere. Solo ciò che intrattiene è reale o vero”.

«Per essere, per appartenere al mondo, è necessario intrattenere. Solo ciò che intrattiene è reale o vero. La distinzione tra realtà vera e finzionale, alla quale Luhmann è ancora aggrappato, non è più rilevante, giacché la realtà stessa sembra effetto dell’intrattenimento»

«Le cose autentiche, le cose di un mondo che cresce possiedono una determinata pesantezza, una determinata materialità opposta alla medialità».

«La tele-visione dis-allontana proprio “l’ampiezza di tutte le cose che crescono”»

la televisione è una efficace «macchina di fabbricazione della realtà» perché l’immagine in movimento dà la più nitida impressione di realtà vera che esista, eppure non le corrisponde.

«Il buon intrattenimento è sano come l’arte del massaggio orientale» che rimette in modo il corpo. È una scossa di energia, perfettamente libera e acefala. Finalmente animale. L’intrattenimento «promuove la vita organica in tutto il corpo».