La speranza è nel popolo russo

Il popolo russo fermerà la violenza dello zar Putin, intervista di Viviana Mazza a Grigory Chkhartishvili (Boris Akunin pseudonimo), scrittore nato in Georgia e vissuto a Mosca. Da La Lettura 24 aprile 2022

La Russia non è un paese fascista. E’ un paese troppo grande e variegato per sopravvivere senza un regime autoritario. Ci hanno provato davvero a costruire una democrazia negli anni novanta: non ha funzionato, non poteva. Se non ci fosse stato Putin, sarebbe stato qualcun altro  a ricreare il modello autoritario.

La Russia è governata da delinquenti: commettono omicidi, reprimono proteste pacifiche, torturano i detenuti. Ora esportano la violenza.

I russi non sono stupidì, la storia ha insegnato loro a non credere a ciò che dicono le autorità, ma anche a essere cauti sui cambiamenti, che di solito peggiorano le cose.

L’appoggio passivo a Putin sbiadirà gradualmente quando prenderanno piede disoccupazione e inflazione. Allora per Putin sarà la fine  Quanto ci vorrà dipende in gran parte da come il mondo tratterà i russi, saggiamente o stupidamente. Combattiamo Putin e i suoi servitori, non il popolo che, altrimenti, non avrà altra scelta che unirsi intorno a lui. Ricordate: il popolo russo è la nostra unica speranza di sbarazzarci di un dittatore che minaccia il mondo. Nessun altro sarà in grado di farlo.

Studiando la storia ho imparato che i cattivi possono cambiare il mondo in meglio e i buoni in peggio. Gli eventi più terribili spesso sono il risultato di mentalità infantile, non misantropia o sociopatia. Che l’oscurità nasconde molti colori, non tutti diabolici. Che il Male può essere affascinante e il Bene noioso. Perciò il compito di rendere il Bene interessante è una sfida meravigliosa.