Notare due cose

Ho fatto una piccola  ricerca su internet per scuotere la mia memoria, ma non ho trovato il ricordo che cercavo.

Il libro è il mattino dei maghi, di Louis Pauwels e Jacques Bergier. E il personaggio misterioso si chiama Fulcanelli.

Dovrei aver letto un articolo o una presentazione di un libro in cui si parlava del mattino dei maghi e di altre teorie esoteriche che divennero molto di moda in francia negli anni sessanta e in italia nei settanta.

Vorrei farti notare due cose:
– queste teorie esoteriche spostano il centro della conoscenza all’esterno dell’uomo, e finiscono sempre col fare l’esaltazione dell’individuo e della sua volontà di potenza. 
– non ti sembra che questo bisogno  di irrazionale (lo dicono i razionalisti e gli accademici) sia l’altra faccia del bisogno di ordine?
Non saprei quale dei due schieramenti abbia prodotto più danni. Comunque ho cercato di prendere le distanze dall’uno come dall’altro, ma seguendo una via un po’ complessa. Per dirla con una vecchia massima zen: “la via giusta è quella di mezzo, dove però non vi è mezzo e non vi sono neppure i lati.”

Al centro del problema resta sempre e comunque la figura di Fulcanelli.

Ho visto Fulcanelli questa sera. Ci siamo seduti al bar delle biciclette per fare due chiacchiere. Come al solito aveva un’aria distratta, sempre immerso in una nuvola cosmica di pensieri. Da quando è morto Pauwels, la sua distrazione è peggiorata. Louis era l’unico che riusciva a scuoterlo ironizzando sulle sue fantasie che, diceva, sembrano uscite da un libro di Marquez, il maestro del realismo magico.
Lui, Fulcanelli, il principe del realismo fantastico, quando sentiva nominare Marquez s’incazzava ferocemente.
Ricordo quando Louis gli disse con un sorriso sbilanciato: “Fulcanelli, anzi Fulk, tu non esisteresti se non ti avessi nominato nei miei libri, saresti solo una leggenda e non dovresti pisciare tutta quella birra che ti sei scolato anche oggi.”
Finiva che Fulcanelli si metteva a piangere come una zanzara sopra lo zampirone. E Louis che gli batteva sulla spalla concludendo “non piangere, ti scrivo altri due capitoli nel nuovo libro”.
Un’altra Poi, con un repentino cambio di umore gli declamava in faccia

Adesso è rimasto Bergier a sfruttare la sua immagine. Sembra che lo voglia digitalizzare. Ha visto il successo di Luther Blisset su internet e ha deciso di fare un fulcanelli.com, accompagnato da una attività di merchandising (magliette, shampoo e mazzi di carte), oltre a e-commerce e trading online per gli internettiani rincoglioniti.

Ho sentito che Bergier ha fatto un master (basta questo per intendersi) di marketing democratico-stellare. Una cosa da sballo, sostiene. E sostiene che Fulcanelli sarà il nuovo webcomunicatore.

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“La svizzera esiste ed è pronta ad affrontare le sfide del futuro…La svizzera dei miei sogni è aperta al mondo…” ho raccolto questa frase dalla tv che mi fa da sottofondo.

Tante cazzate si dicono e tante si scrivono, anche con il mio contributo.

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Nel bar, intanto, era entrato anche quella piattola di Breton. Tanto belli i suoi versi, quanto irritante la sua presenza. Per fortuna era accompagnato da Nadjia, il personaggio di un suo romanzo sulla casualità e le coincidenze; romanzo che aveva fatto per caso.

Infatti, non ha perso anche questa occasione per ricordare che tutti questi cazzoni di scienziati americani, e non, gli avevano fregato l’idea per farci teorie da vendere al grande pubblico. Sentirlo e leggere i suoi versi… non si capisce come possano stare insieme due personalità così diverse.

In quel momento …

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Com’è andata veramente? Mi sono seduto su un trespolo davanti al banco. Ho impiegato un po’ per capire dov’ero e che le biciclette non c’entravano affatto con i clienti. Per tutto il primo drink mi sono annoiato. Chiara aveva fatto uno dei suoi sorrisi, ma stava lavorando e così mi sono messo a chiacchierare con il barman, una ragazza che prepara cocktail come un alchimista. Mi dava del lei – e questo mi turba ancora – ma alla fine ci siamo salutati con un tu reciproco. 

Non sono riuscito a rimorchiare il “barman”, ho provato anche con Chiara, ma c’era quell'”antipatico”.  

Insomma, eccomi qui a raccontarti queste storielle, queste briciole nell’universo, invece di pensare alle vacanze che ci siamo meritati. Sei d’accordo?

Qui di seguito troverai alcuni link dove inquadrare il libro. Ma di argomenti non ne ho, al momento. I ricordi vanno e vengono, sono come le nuvole di de andrè.

Ti ringrazio dell’attenzione pensandoti mentre sarò beato nella mia isoletta.

Ciao Brenda un grande abbraccio