Anche quest’anno è iniziata la battaglia corpo a corpo con i pidocchi che minacciano l’ibisco. Sono piccolissimi ma insieme riescono a fare danni irreparabili. I “bastardi” si attaccano ai boccioli e alle foglie più giovani e indifese sino a trasformarli in scheletri. Sono voraci, hanno una bocca perforante che succhia la linfa della pianta senza darsi un limite. La loro forza devastante è nel numero, vivono in colonie che si sviluppano rapidamente quando trovano un ambiente asciutto e favorevole all’intrallazzo. Vivono senza pensare ad altro che a se stessi e alla propria condizione. Già, sono pidocchi! Ma quanto è lunga la vita di un pidocchio? Uno, due, tre giorni, una settimana? Che gl’importa se una pianta gli sopravvive! La sua vita da pidocchio non contempla il futuro. Il suo tempo è qui nel presente. Il pidocchio non sa qual è il suo destino: mangiare e fare altri pidocchi. I pidocchi sono ignoranti e di conseguenza sono stupidi. S’insinuano e si nascondono, cercano di sfuggire alle insidie, finché la loro crescente presenza diventa evidente e dannosa. I pidocchi sono vincenti. Solo l’inverno riesce a farli scomparire. La battaglia contro i pidocchi non è mai l’ultima.
Seconda fase Qualcosa è accaduto. Forse il quotidiano micro-getto d’acqua, forse i temporali, forse la riluttanza nello schiacciare i pidocchi, forse le coccinelle che si nutrono delle loro larve, però i pidocchi sono sono quasi scoparsi. Rimangono piccole sacche in cui si riproducono ma sembra con minore convinzione. Al loro posto sono arrivati altri intessi dall’aspetto strano, alcuni brutti e inquietanti. Altri sereni e indifferenti ai miei controlli. Alcune foglie sono mangiucchiate, tuttavia non sembra che ci sia una minaccia per gli Hibiscus. Fioriscono ogni giorno come vuole la natura e il giardinaggio. Si può quindi vincere la battaglia contro i pidocchi? Difficile dirlo con certezza e comunque ritorneranno. Me lo sento. Al momento cerco di godermi la bellezza dei fiori colorati, il verde delle foglie, il volo di qualche farfalla e il cinguettio di uccelli e merli. Un piccolo paradiso? Solo al mattino presto quando il rumore della città non ha ancora invaso le orecchie e la mente.
Sin dall’inizio di questa irrilevante battaglia in difesa dell’ibisco ho pensato per analogia ai pidocchi umani (non dell’uomo, ma proprio l’uomo) e a quanto siano simili nei comportamenti: distruggono le risorse naturali, consumano senza alcuna strategia che non sia quella del proprio interesse, pensano al proprio clan solo in funzione del potere sull’economia del territorio e stabiliscono alleanze con altri “insetti” per espandere tale potere. Ma sono tante anche le differenze. Per esempio i pidocchi umani rubano e accumulano, si insinuano a tutti i livelli del potere (penso alla burocrazia sia nel pubblico sia nel privato), creano strutture di comando, e soprattutto curano e alterano la propria immagine per convincere che non sono pidocchi. Il pidocchio della pianta almeno ci risparmia tante “balle”. Mi domando chi potrebbe fare la parte della coccinella in questa lotta corpo a corpo con i pidocchi umani.
*Nota: Pensavo che le formiche fossero tra i “competitor” dei pidocchi e invece ho letto (in una bella scheda fatta da studenti) che sono alleati. I pidocchi usano le formiche come mezzi di trasporto e le attirano con una sostanza di cui sono ghiotte.