I mobili si spostano, il pavimento sussulta, i muri oscillano.
SENTONO
Un rombo travolgente che si avvicina. Tutti lo sentono: nelle orecchie, nei piedi, nello stomaco. È il panico. Pareti che si squarciano, tetti che crollano e voragini che inghiottono.
Quando il rombo si allontana, restano i morti e la distruzione nel silenzio. Avvolti da una nube acre di polvere.
Un attimo, forse meno, e un grido lacera il silenzio. Donna, uomo, bambino. In quel grido vi è il dolore di ciascuno e di tutti. Un dolore così forte e acuto da tagliare di netto l’aria il cielo le nubi. Si riflette sulla pietra come un raggio, trafigge le gocce di pioggia. Anche la pioggia. E si frange contro un piccolo sasso in bilico sulla roccia. Il sasso oscilla e cade, rotola, rimbalza e al penultimo rimbalzo appare dall’alto negli occhi della fragile farfalla, azzurra e gialla. Troppo tardi. Ora la farfalla giace lì spiaccicata, con le ali spiegazzate, inconsapevole del suo potere e del suo destino.