Zoja (secondo Jung)

Tra filosofia e psicoanalisi: intervista a Luigi Zoja- 2020 (Psichiatry online Italia)

Cosa significa essere junghiani? 

Jung non parla mai di guarigione ma di individuazione.

Psiche individuale e collettiva (archetipi).

Scioglierci dai lacci delle matrici collettive e tirar fuori quello che è il nostro potenziale.

Si guarda meno al passato rispetto a Freud.

Le parole curano? La comunicazione cura. Le parole a volte sono vuote. Il dialogo cura. Ma si può passare anche non attraverso le parole. (disegno, arti …) 

Ai tempi di Freud non c’era differenza fra scienze umane e scienze “hard”. Oggi è chiaro che la psicanalisi non è una scienza esatta.

Il sogno continua a essere la via regia per accedere all’inconscio, ma anche la produzione dell’inconscio in generale (arti, creatività…) è importanti nel percorso analitico junghiano.   Tutto ciò che riusciamo a esprimere aldilà delle convenzioni che ci sono imposte dalla buona educazione, dalla razionalità, dalle leggi della comunicazione, incluso quelle grammaticali. Il principio di non contraddizione non vale nel sogno, per esempio.

L’uso di allucinogeni non è necessario, anzi pericoloso, perché l’inconscio contiene tutta una parte irrazionale e la parte non vissuta.

Coltivare l’anima? Espressione presa da Cicerone. Differenza fra anima (latino) e soul.

Identità maschile nel secolo che è stato chiamato “dei grandi massacri”. Secolo dei padri negativi, distruttivi. Viviamo in un mondo post-patriarcale, ma non in un mondo matricentrico o femmininocentrico. Viviamo sempre in un mondo mascolinocentrico, del maschio prepaterno, il maschio animale. Abbiamo più violenze sulle donne che è il frutto di una identità maschile regredita.

I figli. Sindrome di Lucignolo. Pinocchio avendo il padre debole va dietro ai bulli.

Fraternité (rivoluzione francese): è più importante dell’autorità del padre, che viene sostituito da questo principio – fraternità – orizzontale.

La sessualità deve restare al centro, anche se non è l’unico problema. Dopo un secolo da Freud, in cui le attività sessuali hanno continuato a aumentare come quantità e qualità, di colpo vediamo dai dati di questi ultimi due decenni che c’è un crollo della sessualità (sesso) tra i giovani. Questo crollo della sessualità si ricollega agli aspetti dell’identità di genere e va rivista all’interno delle nuove insicurezze che si sono create, della mediazione eccessiva dell’internet e dei social. Eros non è più eros quando è mediato dalla rete.

Lo psicoanalista: Adesso l’analista è troppo un tecnico chiuso nel suo studio.

Abbiamo bisogno di una collaborazione con le scienze sociali e soprattutto con un approccio junghiano che dispone già all’origine del concetto di psiche collettiva.

La invasività della diffusione del digitale, l’invadenza dei social, l’aggressività che si manifesta attraverso i social, l’aggressività anche nella politica, e i leader politici che nascono dal messaggio abbreviato. Aggressività.

L’utilizzo della paranoia in ambito politico tende a sostituire la disciplina politica. Questa aggressività trasmessa alle masse è particolarmente pericolosa: accende gli animi.

La paranoia è il non guardarsi dentro, e puntare soltanto il dito e cercare il capro espiatorio.